“La Contesa su Picasso. Fernanda Wittgens e Palma Bucarelli” di Rachele Ferrario
La Tartaruga Edizioni – La Nave di Teseo
“L’alba del dopoguerra. La bufera è passata e ha abbattuto il muro del fascismo. Dopo oltre vent’anni l’Italia si apre all’arte del tempo, ai pittori e agli scultori che sono stati tenuti lontani dal nostro Paese: a cominciare dal più celebre e celebrato di tutti, Pablo Picasso”.
“L’Italia è un Paese che rinasce anche nella cultura. La scena artistica è dominata da due grandi donne, una nata nel 1903, l’altra nel 1910. Agli albori della liberazione hanno rispettivamente quarantadue e trentacinque anni; tanto basta perché abbiano visioni diverse. Tutte e due hanno detto di no a Mussolini e al fascismo, e hanno rischiato la vita per salvare le opere d’arte dalle razzie tedesche e dai bombardamenti degli alleati. Sono le prime donne a dirigere due grandi musei.
Fernanda Wittgens a Milano è a capo della Pinacoteca di Brera, tra le più prestigiose d’Europa. Ha protetto capolavori come lo Sposalizio della Vergine di Raffaello e la Pala di Brera di Piero della Francesca, trasportandoli di persona fino nelle Marche. Si è battuta per il Cenacolo affrescato da Leonardo sulla parete del Refettorio di Santa Maria delle Grazie, prima per proteggerlo con una controparete di sacchi di sabbia e poi per restaurarlo perché i posteri potessero ancora ammirare questo simbolo di bellezza e mistero dell’umanità. Non solo: Fernanda ha salvato la vita a decine di ebrei e per questo è stata incarcerata, interrogata, condannata; resterà a San Vittore per cinque lunghi e terribili mesi, più altri quattro piantonata in clinica. Oggi Fernanda Wittgens è annoverata tra i Giusti tra le nazioni: ha rischiato la vita per salvare quelle di altre donne e di altri uomini.
Palma Bucarelli a Roma reinventa la Galleria Nazionale d’Arte Moderna e la trasforma da museo ottocentesco a museo d’arte contemporanea conosciuto nel mondo. Sfida i tedeschi vestendo tailleur grigioverde militare che ricordano le loro divise; in vita porta una cintura fatta con bossoli senza proiettili, ma nel cesto della bicicletta ha i fogli clandestini della Resistenza. Con la “tenacia di un mastino” di notte, da sola, alla guida della sua Topolino, compie viaggi estenuanti tra Roma e Caprarola: cento chilometri ad andare e cento a tornare, col fiato in gola e i vetri dei finestrini rotti, poca benzina e gomme di fortuna, su una strada disastrata. A bordo un carico di casse con dentro le opere della Galleria. In tutto trasporterà 762 pezzi, tra cui le preziose teste scolpite coi polpastrelli nella cera da Medardo Rosso, che Bucarelli ha avvolto nella bambagia, il Ritratto di Giuseppe Verdi di Giovanni Boldini, la Fucilazione in campagna di Renato Guttuso e La maschera di Mussolini di Adolfo Wildt. L’Ercole e Lica di Canova resta in Galleria con altre opere intrasportabili, avvolte anch’esse da un’impalcatura di legno e sacchi di sabbia. Palma Bucarelli conserverà “la lista Caprarola” per tutta la vita.
Due donne, due antifasciste, due alleate. Entrambe, a modo loro, hanno un occhio rivolto agli artisti del passato e l’altro a quelli del futuro. Una volta che il regime cade e la guerra finisce, però, cambia lo scenario e loro si scoprono antagoniste nella lotta per fare del proprio museo non un semplice luogo espositivo ma il simbolo della rinascita. Un museo vivo, al passo con la nuova era dopo gli anni della dittatura, che dovrà ospitare una mostra di indiscusso prestigio, importanza politica e grande impatto emotivo: la prima mostra di Picasso in Italia, e la più grande”.
“Questo libro racconta la storia di due protagoniste della cultura italiana del secolo scorso, che hanno molto più in comune di quanto non mostrino in superficie. Sono entrambe donne d’azione, pronte a prendersi ciò che è necessario per le istituzioni che dirigono e per l’arte che difendono e promuovono. Sanno da quale parte stare, e anche di stare dalla stessa parte. E nel momento dello scontro finiranno per fare un passo indietro a favore dell’arte”.
“Eppure, c’è qualcosa che le unisce: per Palma ogni nemico era un dono; e una nemica come Wittgens con la sua intelligenza e la sua tenacia era il dono più bello. Perché per loro l’arte era una questione di etica e di bellezza, capace di stravolgere e ricomporre l’armonia del mondo”.
Tratto dal libro “La Contesa su Picasso. Fernanda Wittgens e Palma Bucarelli” di Rachele Ferrario, pubblicato da La Tartaruga Edizioni – La Nave di Teseo.
“La contesa tra Wittgens e Bucarelli, attorno a Picasso ma non solo, è intellettuale, filosofica, artistica. Rachele Ferrario la racconta senza romanzare la loro vita perché è la loro vita a spingere costantemente verso il romanzo”.
La Tartaruga Edizioni – La Nave di Teseo
Presentazione del libro e incontro con l'autrice:
Approfondimenti:
- Incontro realizzato da Fondazione Corriere della Sera nell’ambito di BookCity Milano 2024
Domenica 17 novembre, alle ore 11:00, in Sala Buzzati
Relatrici e relatori: Claudia Durastanti, scrittrice; Rachele Ferrario, autrice del Libro “La Contesa su Picasso” e docente di Fenomenologia delle arti all’Accademia di Belle Arti di Brera; Vincenzo Trione, docente di Arte e media e di Storia dell’arte contemporanea all’Università IULM di Milano.
Per assistere all’evento in Sala Buzzati (Via Balzan 3, Milano) è necessaria la prenotazione sul sito della Fondazione Corriere della Sera al link: https://www.fondazionecorriere.corriere.it/iniziative/la-contesa-su-picasso/
Anteprima del libro: “La contesa su Picasso. Fernanda Wittgens e Palma Bucarelli”
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