Palma Bucarelli: L’arte libera

«Lo stile è ciò che ordina il disordine delle sensazioni»

Edizioni di Comunità

L’arte libera è una breve raccolta di scritti di Palma Bucarelli, curati da Rachele Ferrario. Il libro restituisce un affresco del suo pensiero e della sua opera, per comprendere le dinamiche e la visione innovativa che hanno definito la sua carriera.

Tra gli scritti inclusi: I capolavori del Mu­seo Guggenheim, un’introduzione scritta da Bucarelli per il catalogo della mostra ospitata alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna, e Opere d’arte alla macchia, una cronaca dettagliata dell’azione di salvataggio delle opere d’arte italiane durante la Seconda guerra mondiale, pubblicata per la prima volta sulla rivista «Mercurio» nel dicembre 1944.

 

Dal testo di Rachele Ferrario

«Quello che non sarebbe riuscito a un uomo, anche con gradi di generale, riuscì a Palmina: contro gli aerei alleati prima, poi contro i tedeschi, questa ragazza dal volto pallidissimo e dagli occhi verdi e imperativi, difese il patrimonio che le era stato affidato con la tenacia di un mastino». Così scrive Indro Montanelli in Tali e quali. Un “ritratto” di Palma Bucarelli rimasto leggendario con quello dipinto da Alberto Savinio, che ne coglie il tratto rapace e la spregiudicatezza dell’intelligenza.

Palma Bucarelli (1910-1998) è stata una delle protagoniste del Novecento Italiano e della ricostruzione materiale e morale dell’Italia. Ha salvato capolavori dai nazisti e, finita la guerra, ha reinventato la Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma facendone uno dei musei d’arte moderna e contemporanea più importanti dell’epoca.

Palma Bucarelli resterà sempre fedele al proprio ruolo, rinunciando persino nel tempo della vecchiaia al diritto di mostrare qualche fragilità. Anche per questo è ancora un modello di critica d’arte, con una visione libera della cultura. Una donna coraggiosa e in dipendente, capace di riconoscere i capolavori (Il Nudo sdraiato di Modigliani o le tele di Manet, De gas, Cézanne, Kandinsky) e tra le maglie della burocrazia ministeriale, di acquistarli per la Galleria. Una direttrice e una donna che ha lasciato un’eredità difficile da eguagliare.

– Rachele Ferrario –

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