Tutto mi sarei attesa dalla vita tranne che di condurre un programma televisivo. E invece mi sono trovata a condurre “Il segno delle donne”, la la docu-fiction in cui intervisto sei grandi attrici che impersonano sei grandi donne italiane del Novecento.
La prima è Margherita Sarfatti, quella che conoscevo meglio, avendone scritto la biografia. Mi sono trovata davanti Sonia Bergamasco che si è calata perfettamente nel personaggio e usa le sue stesse parole e consente di completare l’opera che ho cominciato con il mio libro, cioè trascinare la Sarfatti fuori dal letto di Mussolini e restituirla alla sua complessità e alla grandezza di critica d’arte e intellettuale.
Le altre donne sono Ondina Valla interpretata da , la prima italiana a vincere la medaglia d’oro nel drammatico contesto delle olimpiadi del 1936, Adele Faccio, con cui tutte le donne italiane sono in debito, Vera Vergani, un’attrice affascinante anche lei restituita alla sua dimensione di antesignana; Chiara Lubich che ha la tempra dei fondatori, anzi delle fondatrici; Lalla Romano, scrittrice che molte di noi hanno amato e che ha affrontato i temi complessi dell’universo femminile.
Sono grata a Gloria Giorgianni che mi ha coinvolta in quest’avventura, a Rai Storia, ai registi Andrea Martelli e Marco Spagnoli, agli autori Mariangela Barbanente, Laura Bernaschi, Daniele Pini e Dario Sardelli, a tutto lo staff della produzione di Anele e in particolare a Emma Di Loreto, Iolanda Cirillo, Elisa Battisti, Sabrina Mancini.
Il mio ringraziamento va a tutte le persone coinvolte nelle giornate delle riprese dalle attrici alle costumiste, ai fotografi, ai fonici, agli scenografi e a ogni operatore dello staff.